Un vero cambiamento si avrà soltanto quando una maggioranza chiara si opporrà all’occupazione iraniana del Libano

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In un nuovo comunicato successivo all’incontro del 27 settembre, “Likaa Saydet al-Jabal”, emanazione delle storiche forze del 14 marzo e fronte nazionale e multiconfessionale, ha osservato con profondo dispiacere che partiti politici si preparano alle prossime elezioni parlamentari come se il Libano fosse ancora uno stato libero e indipendente, governato in base alla costituzione e alle leggi dello stato e in accordo con le risoluzioni internazionali, un’illusione smentita dal fatto che il Paese è, attualmente, governato da una milizia illegale e armata, e sottoposto a una mal travestita occupazione iraniana.

Hezbollah, che ha abolito i confini con la Siria in favore di operazioni illegali di “contrabbando” e minacciato apertamente la magistratura, sta ora tentando di completare il suo golpe contro le fondamenta repubblicane, prendendo di mira il processo elettorale. Anticipando esiti sfavorevoli, il capo del suo gruppo parlamentare ha minacciato gli elettori negando la loro possibilità di modificare la cosiddetta “equazione” imposta da chi agisce per procura iraniana e dai suoi partiti armati. Allo stesso tempo alcune forze politiche si riferiscono alla possibilità di sabotare la partecipazione dei libanesi all’estero al voto- se avrà luogo!- mentre altri sostengono l’elezione di 6 membri del Parlamento da parte di tutti i libanesi all’estero e altri negano il loro diritto di voto.

Il Likaa sostiene che un vero cambiamento si avrà soltanto quando i libanesi accetteranno attivamente la necessità di liberarsi dell’occupazione iraniana del Libano. Minare le fondazioni dell’occupazione è un prerequisito per la rinascita del Libano. Questo si potrà ottenere soltanto tramite le dimissioni del Presidente della Repubblica, che ha violato il suo giuramento e ha offerto copertura costituzionale all’occupante, e con quelle del Primo Ministro e del Presidente del Parlamento, collusi con Hezbollah e con l’agenda dell’occupazione iraniana.

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