Hezbollah braccio armato dell’Iran in Libano si è opposto alla giustizia due volte. La prima nel 2005, quando ha respinto l’istituzione del Tribunale internazionale per indagare sull’assassinio dell ex primo ministro Rafik Hariri e altre personalità della rivolta indipendentista del 14 marzo 2005. E la seconda volta ora opponendosi al tribunale libanese incaricato di indagare sul crimine del secolo, l’esplosione del porto di Beirut il 4 agosto 2020.
Il fronte multiconfessionale dell’opposizione, “Likaa Saydet el Jabal”, vede in questo doppio rifiuto della giustizia sia internazionale che nazionale un rifiuto della Costituzione e delle leggi internazionali e libanesi. Questo rifiuto riflette la determinazione di Hezbollah di essere al di sopra della legge e del diritto e del rispetto di tutti libanesi. Hezbollah preferisce la «Giustizia in campo» tracciata del regime di “Wilayat Al-Faqih” in Iran.
Di fronte a questa amara realtà, il “Likaa” sottolinea quanto segue:
*Dichiariamo la nostra adesione alla convivenza e la necessità di rispettare la Costituzione, gli Accordi di Taif e le Risoluzioni 1559,1680 e 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che riguardano il Libano.
Dichiariamo anche la nostra incapacità di continuare a convivere con un Hezbollah o di tollerare la sua presenza nelle istituzioni ufficiali finché dichiara la sua lealtà al regime dell’Iran e finché non è uguale a noi davanti alla legge.
La convivenza non è realizzabile senza due condizioni: la Giustizia e la Libertà. “La guerra civile libanese ci ha insegnato che la forza di ogni gruppo, setta o partito è limitata da quella dell’altro gruppo”. Non c’è bisogno che i partiti o le organizzazioni politiche chiamano le persone alla resistenza all’aggressione armata, perché la loro e’ una resistenza spontanea quando le loro case e la loro esistenza e’ in pericolo. Ieri, il capo gruppi dei deputato di Hezbollah Muhammad Raad ha manifestato il suo disaggio perché l’opposizione ha introdotto lo slogan della necessità di “eliminare l’occupazione iraniana del Libano”!
Noi gli rispondiamo che dovrebbe aspettarsi di più. La nostra pacifica resistenza civile contro l’occupazione iraniana aumenterà di giorno in giorno, attraverso l’adesione di tutti i libanesi liberi e coraggiosi a questo slogan. Liberarsi dell’occupazione non è una responsabilità di un gruppo, setta o partito, ma piuttosto di tutti, musulmani e cristiani allo stesso modo.
Il “Likaa” invita il Presidente del Consiglio Supremo della Magistratura, a difendere l’indipendenza della Magistratura. Ogni violazione delle indagini in corso sull’esplosione del porto di Beirut sarà considerata una vittoria di Hezbollah. Il «Likaa» sta lavorando, e continuerà a lavorare per radunare i libanesi attorno allo slogan “Eliminare l’occupazione iraniana del Libano». La situazione attuale è va ben oltre le elezioni parlamentari. Il problema ora è se rimarremo un popolo libanese libero. Persevereremo fino alla caduta dello «Stato nello Stato» di Hezbollah e al ripristino della Repubblica costituzionale libanese.
Il “Likaa” ritiene che la cattiva gestione della riunione del gabinetto da parte del presidente Aoun lo scorso mercoledì abbia portato all’incidente di giovedì a Tayouneh e che il presidente abbia una parte della responsabilità per il sangue versato.
Infine, il “Likaa” si rammarica per le vittime di quell’incidente il cui sangue, purtroppo, viene investito nel progetto dell’asse iraniano, saluta la fermezza del quartiere di Ain al-Rummaneh e di altre regioni libanesi che hanno perseverato nella difesa del Libano.