Giorno dopo giorno, gli eventi confermano che l’Iran e i suoi alleati nella regione ricorrono alla violenza e alla l’eliminazione fisica ogni volta che i risultati delle elezioni non sono a loro favore.
Questo è successo a Beirut, nel 2005, quando le forze del “14 marzo” hanno ottenuto una vittoria schiacciante in seguito alla ritirata dell’esercito di occupazione siriano dal Libano. E Questo sta accadendo oggi, a Baghdad con il fallito attento contro il primo ministro iracheno, Mustafa Al-Kazemi, un fatto pericoloso alla vigilia dei negoziati sul nucleare che dovrebbero riprendersi a Vienna alla fine di questo mese.
Il fronte multiconfessionale dell’opposizione libanese, “Likaa Saydet el Jabal”, dichiara la sua solidarietà all’Iraq contro coloro che hanno lanciato missili dal cielo contro la residenza del Primo Ministro Al-Kazemi e ritiene che la battaglia per la liberazione dall’occupazione iraniana è la stessa a Beirut come a Baghdad. Le molteplici denominazioni delle milizie filo iraniane, da “Ahl al-Haq Factions”, a “Houthi”, a “Hezbollah”; a « Fatimiyoun » e « Zainabiyoun » sono solo nomi di milizie che fanno capo a un solo comando a Teheran. Al contrario, Mustafa Al-Kazemi, Rafiq Hariri, Samir Kassir, Luqman Salim e Hisham Al-Hashemi sono nomi dei fautori di un progetto di arabismo moderno, la cui essenza è la Dichiarazione di Riyadh del 2007, che identifica l’arabismo come un fatto culturale piuttosto che fanatismo politico o religioso.
La “Likaa” conferma che la sua priorità resta l’eliminazione dell’occupazione iraniana del Libano, attraverso la cacciata dei poteri in carica con la intera gerarchia politica. Ciò significa iniziare col costringere il Presidente della Repubblica, Michel Aoun, a dimettersi insieme al Primo Ministro, al Presidente della Camera e tutti i deputati che garantiscono una copertura politica e costituzionale a una milizia armata e illegale cioè Hezbollah.
La “Likaa” afferma la sua determinazione a proseguire la lotta per riunire tutti i cittadini attorno a questa battaglia, e al fine di creare il Consiglio Nazionale della resistenza per porre fine all’occupazione iraniana del Libano.